I piani di sviluppo III parte

I giovani adolescenti non dovrebbero essere costretti a studiare perché si tratta di una fase a rischio: essendo predisposti a certe malattie, non sono forti come i bambini di dodici anni. Le fasi che vanno dalla nascita ai tre anni e dai dodici ai quindici anni sono fasi di trasformazione creativa: nella prima, in termini di sviluppo psichico, l’individuo dal nulla inizia a svilupparsi, nella seconda, inizia a costituirsi l’uomo, destinato ad avere un ruolo nella società. Quest’uomo adulto quindi si evolve da un individuo che è già sviluppato. Dalla nascita ai dodici anni si forma infatti la personalità dell’individuo, per questo in questa età è facile che il bambino mostri l’egocentrismo come tratto caratteristico.
La missione del bambino è di formare l’uomo che diventerà, per questo la natura ci dona delle energie che si manifestano nel nostro sviluppo psichico. Ogni periodo è una preparazione per il successivo e ogni giorno ci aiuta a essere pronti. Non si può pensare di poter prendere un bambino di una certa età, magari di sei o nove anni, e trasformarlo nella persona perfetta, perché tutto dipende da quello che ha vissuto fino a quel momento. Si deve iniziare dalla nascita.

La prima idea che il bambino deve apprendere, per poter essere attivamente disciplinato, è quella della differenza tra bene e male; e il compito dell’educatore sta nell’accertarsi che il bambino non confonda il bene con l’immobilità e il male con l’attività.”.
Maria Montessori

Non è così facile educare qualcuno né essere un buon insegnante. Non basta studiare all’università: la perfezione fa parte della vita, quindi per ottenerla è necessario studiare a lungo. La trasformazione non è per tutti: dobbiamo pazientemente cercare di capire e agire poi di conseguenza. La nostra trasformazione deve avvenire nel nostro cuore.
Uno sviluppo perfetto nel corso del primo periodo fa sì che il secondo possa verificarsi più facilmente. Il periodo che va dalla nascita ai sei anni è una vita a parte: se è stata ben vissuta, il bambino sarà molto intelligente e dedito all’impegno e avrà anche sviluppato quasi del tutto il carattere di una persona matura. Uno psicologo potrebbe dire che se osservassimo da un altro pianeta dei bambini dai sei ai dodici anni per la prima volta potremmo quasi scambiarli per degli adulti.
Il potere psichico inizia dalla nascita, ne abbiamo la certezza. Abbiamo imparato con l’esperienza che i bambini dai tre ai sei anni possono assorbire una grande quantità di conoscenze e che hanno delle potenzialità che il sistema scolastico odierno non tiene in considerazione. Ci sono molte competenze che risultano più facili a un bambino in questa fascia d’età che in qualsiasi altro momento della vita: ad esempio, il periodo sensitivo per la scrittura viene meno dopo i sei anni.
A sei anni i bambini hanno appena cominciato a capire il mondo e hanno già appreso molto anche senza alcun insegnante. Non possiamo iniziare a educarli in questo momento, perché i piccoli hanno già vissuto un’intera vita che ora si è conclusa. Se fino ai sei anni il bambino non ricevesse alcun tipo di educazione, finirebbe per essere denutrito, e se provassimo a iniziare a insegnargli solo a questa età si annoierebbe e basta.

La conclusione è che i bambini dovrebbero iniziare la scuola primaria ben prima dei sei anni. Qualcuno parla dei cinque anni, ma è comunque è troppo tardi. A tre anni ha infatti inizio una specie di fase di calma e di attesa del periodo successivo. Supponiamo di iniziare a tre, o anche a due anni: prima dei sei anni il bambino è in grado di assimilare una grande quantità di conoscenza senza stancarsi, perché il nutrimento non causa affaticamento. Se un bambino si stanca della propria educazione è un segno che gli stiamo presentando l’informazione sbagliata al momento sbagliato: gli deve piacere imparare perché è una creatura intelligente e libera e, dal momento che la caratteristica principale dell’uomo è l’intelligenza, dovrebbe essere felice di esercitare la propria intelligenza. Questa attività dovrebbe dargli soddisfazione e farlo entusiasmare. Se la scuola non è in grado di farlo sentire così sta sbagliando qualcosa e apparentemente non si basa sulla vera natura del bambino.

…continua con l’articolo di Luglio 2024

(M. Montessori, Lezioni da Londra 1946, Il leone verde, 2021)

NOTA

Nel testo viene indicato il termine bambino solo nell’accezione maschile, per rendere la lettura fluida. Tuttavia, il riferimento è sempre all’identità sia maschile che femminile.

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