Una lezione

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Con l’articolo di Dicembre ci soffermiamo su come l’adulto dovrebbe mostrare l’oggetto/materiale, fare lezione.

La lezione è un invito all’attenzione. Se l’oggetto risponde ai bisogni del bambino e li soddisfa, lo stimola a un’attività prolungata.

Una lezione deve essere:

  • Breve
    le parole non sempre sono necessarie, spesso basta mostrare come va usato un oggetto. Ma, quando è necessario insegnare al bambino l’uso del materiale di sviluppo e cultura, la lezione deve essere breve e devono essere utilizzate solo le parole che servono;
  • Semplice
    le parole devono essere semplici e concrete, devono rappresentare la verità e riferirsi, esclusivamente, ad essa: l’adulto si limita a dire solo quello che è essenziale. Semmai, può ripetere una seconda volta, poi il bambino va avanti da solo;
  • Obiettiva
    rivolta solo verso l’oggetto su cui si desidera si concentri l’attenzione del bambino.

“La prima premessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino che si concentra è immensamente felice”.

Maria Montessori

Dunque, una lezione breve, semplice e obiettiva è una spiegazione dell’oggetto/materiale e dell’uso che il bambino può farne: spesso, un eccesso di parole e spiegazioni ripetute possono confondere la mente del bambino!

E, allora, nella pratica quotidiana … come possiamo svolgere una Lezione?

Se vogliamo insegnare al bambino, ad esempio, il riconoscimento dei colori primari: prendiamo la spoletta rossa e diciamo “questo è rosso”, alziamo un po’ la voce e pronunciamo la parola “rosso” molto lentamente.
Eseguiamo lo steso esercizio per gli altri due colori, giallo e blu.
Poi, per assicurarci se abbia, o non abbia, capito diciamo: “dammi il rosso”.
Se il bambino commette un errore, non replichiamo, né insistiamo; sorridiamo e mettiamo via il materiale: lo riproponiamo in un altro momento!

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Due consigli importanti, se il bambino non comprende, oppure, mostra disinteresse per la lezione:

  • non insistiamo nel ripeterla. Aspettiamo. Riprendiamo quella stessa lezione in un altro momento, quando osserviamo che il bambino sia pronto;
  • non evidenziamo un suo, eventuale, errore perché questo potrebbe trattenere, per lungo tempo, quel desiderio di azione, che è fondamentale per la sua evoluzione.
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Infine, per concludere:

  • non dobbiamo solo vigilare sul bambino, ma dobbiamo osservarlo in modo sistematico: solo in questo modo riusciamo a comprendere il momento più opportuno in cui proporre un oggetto/materiale;
  • dobbiamo stimolare l’attenzione del bambino che, se esortato dal materiale e dal lavoro proposto, prosegue da solo. Se, non mostra interesse, vuol dire che non è pronto e, quindi, non dobbiamo insistere;
  • la lezione deve essere breve e semplice, con un linguaggio preciso; dobbiamo accompagnare la spiegazione con i movimenti che indicano l’uso preciso dell’oggetto/materiale che il bambino deve, poi, continuare ad usare da solo; lo invitiamo a toccare, con le dita indice e medio, le parti del materiale con cui stiamo lavorando in modo da percepirle a livello sensoriale e concreto.

 

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